La casa, costruita con una struttura mista in cemento armato e acciaio, è rivestita da una parete ventilata in mattoni pieni, che involucra e ricopre uniformemente e senza eccezioni figurative il volume come - si potrebbe dire, per il corpo umano - un’epidermide.

Come nell’Ignudo michelangiolesco della Sistina, l’uomo ostenta la propria pelle quale simulacro di un’identità: egli in tal modo si identifica con l’emblema del proprio martirio, della propria trasfigurazione, e mostra la guaina vuota del proprio corpo in funzione di monito, ma anche di memoria di una condizione perduta.

La ruralità, il tratto distintivo contadino del murare è - almeno da queste parti - legato, anche iconograficamente, al mattone, al laterizio 5.5x12x25, materiale da costruzione vernacolo per eccellenza.

(da "La morale finale: la pelle e lo spirito",  nel testo di presentazione del progetto,  Aldo Peressa, Padova, 2006)